Accesso agli atti: "impossibile" per i Consiglieri comunali. Figurarsi per i cittadini.

Un'esortazione alla prossima Giunta comunale. Qualunque essa sia.

 

Settimanale di Bagheria - 18.05.14

Scavuzzo Gianfranco

 

Uno dei punti programmatici che trova concordi i cinque candidati a Sindaco riguarda – ed a ragione – la macchina amministrativa comunale, oggettivamente elefantiaca, lenta ed inefficiente.

Una macchina sempre più farraginosa, guidata da dirigenti che, in più occasioni, sono finiti – e non pensiamo soltanto al caso Mercadante – nell’occhio del ciclone di polemiche e duri attacchi da parte non solo di consiglieri comunali o di esponenti di associazioni e partiti, ma anche degli stessi esponenti della giunta comunale, ex sindaci in testa.

Il dissesto dell’ente, soltanto rinviato – per discutibili motivi di “opportunità” da parte del Commissario La Iacona -  al post-voto, potrebbe configurarsi come un vero e proprio redde rationem delle figure apicali della burocrazia comunale.

Uno degli aspetti più critici dell’amministrazione comunale che il Settimanale ha più volte evidenziato in questi anni è rappresentato dalla difficile, per non dire impossibile, opportunità per i cittadini (ma non solo) di poter accedere e visionare alcuni atti amministrativi.

Soprattutto negli ultimi tre anni, grazie alle denunce fatte da dentro e da fuori il Palazzo, si è capito che a Bagheria, in barba a leggi e regolamenti che le varie giunte hanno approvato negli anni e soprattutto in spregio alle molteplici promesse di assoluta trasparenza fatte in campagna elettorale - si ricordi soltanto l’efficace immagine coniata dal Lo Meo di “casa di vetro”-, la trasparenza a Bagheria è soltanto uno slogan da campagna pre e post-elettorale.

Il discorso che qui abbiamo fatto per l'Anagrafe pubblica degli Eletti, votata dal Consiglio e mai messa in pratica dalla Giunta comunale (speriamo che la prossima ventura cambi passo anche su questo), vale anche per il cosiddetto “accesso civico” agli atti amministrativi del Comune.

La vulgata “anticasta” narra che ciò che è impedito ai cittadini fuori dal Palazzo, sia invece appannaggio esclusivo di chi vi risiede all’interno. Convinzione erronea, giacché in questo caso vige un’assoluta parità di trattamento tra rappresentanti istituzionali e cittadini. Una parità – sia chiaro - in negativo.

Alla fine del mese di Gennaio, una protesta del M5S, accese i riflettori della stampa sul problema: «Sono 11 le richieste di accesso agli atti –  denunciavano gli attivisti - alle quali non è mai stato dato seguito».

Nello stesso periodo, dal Consiglio comunale Angelo Puleo tempestava l’assessorato regionale agli Enti Locali (che ha anche compiti di vigilanza e sanzioni sulle amministrazioni locali) di denunce in cui veniva esattamente posto lo stesso problema: le risposte alle richieste di accesso agli atti ed interrogazioni alla Giunta, non solo sforavano impunemente i tempi stabiliti per legge di trenta giorni, ma addirittura venivano costantemente ignorate,

Eppure, la legge che disciplina la materia è molto chiara: entro trenta giorni dalla domanda di accesso (e per i consiglieri anche dall’interrogazione), vige l’obbligo di risposta da parte degli uffici comunali e/o dalla Giunta comunale.

Per i Comuni che sforano questo termine, in caso di reiterata violazione, sono previste sanzioni che possono arrivare persino alla “rimozione forzata” della Giunta municipale da parte dell'assessore regionale agli Enti Locali.

A Bagheria non si è arrivati a tanto, solo perché è arrivata prima la sfiducia del Consiglio, ma se fosse proseguito l’andazzo di questi mesi, tra le denunce nero su bianco di Puleo e i sit-in dei Cinquestelle, l’esito sarebbe stato non così dissimile da quello verificatosi a fine marzo.

Ad aggiungere beffa al danno subito dai cittadini e dagli stessi rappresentanti istituzionali che siedono in Consiglio, da Febbraio è in vigore il “Programma triennale per la trasparenza e la legalità” che prevede, tra le altre cose, anche stringenti regole a salvaguardia del cosiddetto “accesso civico”: «un istituto – si legge nel testo approvato dalla Giunta il 31 Gennaio 2014 - per la difesa di un interesse generale collegato al controllo democratico da parte dei cittadini sull’organizzazione e sull’operato delle pubbliche amministrazioni».

«Chiunque (persona fisica o giuridica) – prosegue - ha il diritto di accedere a tali contenuti, direttamente ed immediatamente, senza autenticazione ed identificazione, senza dover fornire alcuna motivazione e senza costi per l’interessato poiché il controllo pubblico sull’operato delle pubblica amministrazione è riconosciuto internazionalmente elemento cardine per prevenire la corruzione e l’illegalità. [...] Entro 30 giorni l’amministrazione procede alla pubblicazione del sito dei contenuti omessi e oggetto delle richiesta [...]».

La promessa di un giardino di delizie che in realtà è soltanto un grigio limbo tra gli oscuri meandri della burocrazia comunale, di cui qualche giunta comunale – è doveroso ricordare anche questo - si è fatta scudo per non dare mai risposte.

 

Per queste ragioni, ora che l'attenzione dei candidati è molto alta, l'esigenza di un appello: il prossimo Sindaco con i suoi assessori e i prossimi consiglieri comunali, s'impegnino concretamente, prima di ogni spoil-system di nomine e poltrone, ad affrontare questo nodo cruciale della vita democratica di Bagheria.