Puleo lascia l’Altra Bagheria. Con Di Quarto e Chiello un nuovo gruppo di maggioranza

Doppio colpo di scena al primo Consiglio Comunale dopo la formazione della nuova giunta

 

Marzo 2012

Il Settimanale di Bagheria

 

Ha colto molti (non tutti) di sorpresa la decisione del consigliere Angelo Puleo, annunciata giovedì pomeriggio dal Presidente Caterina Vigilia in apertura dei lavori consiliari, ma di fatto già trapelata nel pomeriggio di mercoledì scorso, di dimettersi dalla presidenza e dal gruppo consiliare stesso de L’Altra Bagheria, la lista civica aperta alle associazioni, ai movimenti civici fortemente voluta dal sindaco Lo Meo, di cui Puleo è stato  - in questi mesi - senza ombra di dubbio uno dei più grandi ispiratori e sostenitori.

Ma non è stata l’unica sorpresa di questo primo consiglio comunale di Primavera: Puleo insieme a altri due consiglieri indipendenti di maggioranza, Antonio Chiello dimessosi dal gruppo “Democratici per Bagheria” pochi giorni fa e Pietro Di Quarto, fuoriuscito dal gruppo dell’Udc in contrasto con i suoi colleghi di gruppo dopo le polemiche sul caso PRG, ha annunciato infatti la formazione di un nuovo gruppo in seno al Consiglio Comunale.

La nuova formazione sarà composta da questi tre consiglieri i quali, per motivazioni diverse, non hanno condiviso le scelte politiche dei loro gruppi di provenienza e che, volendo comunque tenere fede al patto di maggioranza con il sindaco Lo Meo e con i cittadini elettori, hanno deciso di compattarsi dietro la sigla “CivicaMente”: un gruppo dunque d’ispirazione civica che resta a sostegno della maggioranza, ma che nasce senza riferimenti assessoriali all’interno della Giunta e dunque potrebbe agire con maggiore libertà di coscienza rispetto ai vincoli imposti dal patto di maggioranza che lega al sindaco le forze politiche rappresentate in giunta.

Questa doppia notizia, rappresenta per il sindaco Lo Meo un nuovo, ma non piccolo, caso politico, che sancisce la fine della breve quiete dopo i tempestosi avvicendamenti degli ultimi mesi: pensava di aver risolto, il primo cittadino, con l’avvio della sua “Fase 2”, gran parte delle sue grane, lo scioglimento degli ultimi intricatissimi nodi politici e l’allargamento della sua base elettorale in Consiglio Comunale per garantirsi una serena governabilità, ma, come recita l’adagio popolare, aveva fatto “i conti senza l’oste” a quanto pare.

Ad accrescere lo stupore generale, che ha già scatenato fantasiose ricostruzioni giornalistiche più o meno veritiere, contribuisce del resto l’opinione diffusa dentro e fuori il Palazzo che Angelo Puleo, rispetto al sindaco, non sia un consigliere qualsiasi. Oltre ad essere stato il capogruppo iperattivo (sue, per esempio, le battaglie per il decoro urbano, la sostenibilità ambientale) e l’anima del progetto dell’Altra Bagheria, Puleo è stato da sempre considerato, anche per via del legame parentale con il primo cittadino, il consigliere più fedele al sindaco tra i trenta di Palazzo Ugdulena, molto più di certi “grandi elettori” che alla prima occasione utile hanno abbandonato la nave.

Ancora una volta, le opinioni diffuse, le certezze “matematiche” di molti cittadini e di raffinati politologi, sono crollate come un castello di carte davanti ad un fatto (o meglio a una serie di fatti) semplice e per certi versi prevedibile.

Perché è stata ogni giorno più evidente l’insofferenza con cui Puleo ha vissuto le ultime settimane di concitate trattative per l’assegnazione delle deleghe assessoriali.

Vincenzo Lo Meo, considerando, egli per primo, intaccabile la fedeltà del suo nipote-consigliere, caricandogli fittizie responsabilità, oneri e onori importanti, ma in realtà considerandolo semplicemente un comodo parafulmine nei suoi rapporti, buoni rapporti grazie all’opera di coordinamento proprio del capogruppo, con altri consiglieri (a suo avviso, più influenti) del giovane nipote, ha inanellato una serie di errori che oggi paga con la scelta autonomistica del nipote-consigliere.

Distolto dai veri problemi della città e intrappolato nelle baruffe estenuanti tra i vari soggetti in campo, Lo Meo sembra aver smarrito l’orizzonte che aveva tracciato esattamente un anno fa con la sua candidatura: in molti in queste settimane, soprattutto dall’opposizione, hanno ironizzato parecchio sulla sorte di quell’“altra Bagheria” tanto vagheggiata in campagna elettorale e di cui però, almeno fino ad ora, non v’è stata quasi alcuna traccia. Ed erano, per lo più, giuste osservazioni, quelle degli oppositori del sindaco, perché sembra proprio che il primo a non crederci più in quest’“altra Bagheria” sia ormai proprio colui il quale questa lista-progetto-slogan l’aveva voluta, aprendola alla società civile, alle associazioni, a molti giovani, portandola ad un successo elettorale insperato (la terza lista in termini di voti in assoluto e la seconda della coalizione dietro l’Udc, con quattro consiglieri eletti: di cui due al primo mandato). Sarebbe stata una perfetta macchina di idee e di consenso quest’Altra Bagheria se solo non fosse stata considerata come il contenitore in cui dare asilo politico (è proprio il caso di dirlo!) a chi altrove avrebbe avuto minori opportunità.

Forse è stato chiaro fin da subito, o quasi, al giovane e inesperto Puleo che la sua (e quella di tanti altri candidati e sostenitori) idea di Altra Bagheria non coincideva esattamente con quella del sindaco neoeletto, quest’ultimo d’altronde ancora legato a un’idea politica più vicina al manuale Cencelli della spartizione delle deleghe e delle poltrone col bilancino, piuttosto che a quella più movimentista, vicina alle associazioni, libera dai lacci e lacciuoli di quell’onorevole e di quell’altro sottosegretario.

Con questa rispettabilissima presa di posizione di Puleo, condivisa anche dagli altri due consiglieri Chiello e Di Quarto, e soprattutto con la nascita di questo nuovo gruppo consiliare, c’è soltanto da sperare ancora che il nostro primo cittadino riesca a cogliere il messaggio propositivo e pragmatico, di partecipazione collettiva, fuori dalle stanze chiuse delle segreterie politiche che oggi soprattutto i cittadini, stanchi di questo tira e molla autoreferenziale dei partiti, chiedono: esattamente quel patrimonio di idee ed energie alla base di quell’Altra Bagheria con cui oggi, salvo prova contraria, ci dobbiamo limitare ad indicare tre consiglieri comunali.

 

Gianfranco Scavuzzo