La politica del buon esempio: due casi a confronto

L’operazione trasparenza del viceministro Nencini ricorda quella dell’ex consigliere Angelo Puleo

 

 

22 Aprile 2016 - Il Settimanale di Bagheria

 

 

Il senatore Riccardo Nencini, viceministro al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e segretario, recentemente riconfermato, del Partito Socialista Italiano – auguri! – ha presentato, all’inizio della corrente legislatura un disegno di legge per regolamentare le attività delle lobby ed i rapporti di queste ultime con le istituzioni.

In attesa che la proposta di legge venga discussa e – si spera – approvata, s’è portato avanti col lavoro.

Sulla sua pagina personale nel sito del dicastero guidato da Graziano Del Rio, chiunque può consultare «l’agenda degli appuntamenti con i portatori di interessi», ovvero l’elenco di tutti gli incontri avuti con i «lobbisti», conoscere il tema di cui s’è discusso e altri dettagli.

È l’unico membro del Governo Renzi ad aver intrapreso un’iniziativa del genere: «Penso che se si assume una posizione pubblica presentando, come ho fatto io, – ha dichiarato al Fatto Quotidiano – un disegno di legge si è tenuti, se possibile, ad applicarne i principi in esso contenuti prima ancora che divenga norma».

L’azione del viceministro Nencini ha riportato alla memoria quella del nostro concittadino Angelo Puleo, il quale, nella sua breve esperienza da consigliere comunale tra il 2011 e il 2013, propose – su input di un gruppo di cittadini, tra cui il sottoscritto, e alcuni esponenti dei Radicali – l’istituzione dell’Anagrafe pubblica degli Eletti e dei nominati al Comune di Bagheria: in attesa che questa proposta venisse discussa e, auspicabilmente, approvata, analogamente a quanto ha fatto di recente Nencini, Puleo creò un sito internet personale dove rese pubblico e facilmente consultabile da chiunque ciò che sarebbe stata, una volta divenuta norma cittadina, la sua pagina all’interno della suddetta anagrafe: un grande database con notizie e documenti riguardanti la sua attività politica (presenze in aula, proposte, mozioni e ordini del giorno presentati, interventi, comportamenti di voto sui singoli provvedimenti, gettoni percepiti, spese sostenute ed eventuali rimborsi…), ma anche dati riguardanti il suo patrimonio personale, come la dichiarazione di redditi.

Una mole di notizie, accessibili a tutti e senza filtri, tale da consentire ai cittadini di seguire nel dettaglio l’attività dei suoi rappresentanti. La finalità, quella di consentire ai cittadini l’attuazione del motto einaudiano «conoscere per deliberare».

A differenza della legge sulle lobby, depositata ma mai votata, la proposta di Puleo, cioè l’istituzione al Comune di Bagheria di quest’Anagrafe è stata approvata dal Consiglio Comunale, esattamente tre anni fa.

«Il 15 aprile del 2013 – ricorda al Settimanale Puleo – i colleghi consiglieri mi fecero semplicemente un gran regalo. Erano ormai nauseati dal mio ribadire sempre, a ogni occasione, la necessità di istituzionalizzare l’APE a Bagheria, un punto all’ordine del giorno presentato l’11 giugno del 2011, ad un anno dal mio ingresso in Consiglio comunale, rispetto al quale avevo intuito gli scarsi entusiasmi presso i miei colleghi consiglieri, i quali, ad ogni modo, l’approvarono all’unanimità. Assordante, invece, fu ed è tuttora il silenzio che Sindaco e Giunta gli riservarono. So che una proposta analoga alla mia è stata depositata dalla consigliera Giusy Chiello del M5S. Nonostante si tratti di una proposta proveniente da un membro della maggioranza – conclude Puleo – quest’Anagrafe stenta ancora a prendere vita. Non vorrei citare l’usurato Principe di Salina, eppure…»

Eppure, pare proprio che tutto cambi per non cambiare, davvero, mai. A distanza di cinque anni dalla prima proposta, sia la vecchia giunta (guidata da Vincenzo Lo Meo) che quella nuova (griffata Movimento Cinque Stelle), tiene nel cassetto quel provvedimento, non dando esecuzione ad un atto d’indirizzo ben preciso del consiglio comunale.

Inspiegabilmente, c’è da aggiungere: visto che si tratta del più completo strumento di trasparenza a disposizione, capace di garantire ai cittadini quella democrazia attiva tanto vagheggiata dagli epigoni del compianto Gianroberto Casaleggio.

Sorge il sospetto che la giunta comunale guidata da Patrizio Cinque, che ai quattro venti mena vanto della propria trasparenza – «la maggiore di sempre!» a dar retta al nostro aitante primo cittadino – sia così trasparente da rendere questa stessa trasparenza addirittura invisibile!

Gianfranco Scavuzzo

https://scavuzzo.wordpress.com/2016/04/27/la-politica-del-buon-esempio-due-casi-a-confronto/